Giuseppe Zito nacque a Serre
il 1° settembre del 1883 da Tomasina Celano e Alfonso Zito.
Il 13 marzo del 1902,
all’età di 19 anni si imbarcò dal porto di Napoli sulla
nave Kaiserin Maria Theresia per andare in America, come tanti emigranti.
Insieme a lui, su quella stessa nave c’erano altri quattro serresi, ed erano
Domenico Cicatelli di 31 anni, sposato; Giovanni Cicatelli di 36 anni, celibe;
Vito Nicola Cicatelli di 40 anni, sposato con una ragazza di nome Antonia, di
20 anni, che viaggiava con lui.
Il 24 marzo Zito e i
Cicatelli arrivarono a Ellis Island, detta anche l’isola delle lacrime, perché
qui si consumavano i drammi di tante famiglie. Infatti, dopo molti esami che
duravano giorni, se una persona, anche il componente di una famiglia, non era
ritenuto idoneo, gli veniva negato l’accesso in America. Fortunatamente
Giuseppe Zito superò questi esami e poté entrare al porto di New York il 27
marzo del 1902.
A New York abitava al 120 di
MacDougal Street, molto probabilmente ospite di qualche parente.
Verso la fine del 1910 entrò
a lavorare come addetto all’ascensore in una delle più grandi fabbriche di
camicette di New York, la Triangle Waist Company, che occupava gli ultimi tre
piani di un palazzo chiamato Asch Building (oggi Brown Building), nella quale
lavoravano più di 600 persone, molte delle quali erano donne provenienti
dall’Italia, dalla Russia e da altri paesi dell’Europa dell’est. In questa
fabbrica le donne erano impiegate nelle macchine da cucire. I ritmi di lavoro
erano duri, si dovevano produrre più camicette possibili e le condizioni umane
erano pari a quelle di un carcere. Le operaie venivano spesso insultate e se
danneggiavano qualcosa gli veniva detratto dallo scarso salario che guadagnavano.
Quando la giornata lavorativa finiva, erano
costrette a passare dentro un corridoio e venir perquisite da una guardia anche
dentro le borsette, questo perché i padroni avevano paura che rubassero del
filo o parti di camicette. Le condizioni di sicurezza erano ridotte al minimo.
Solo qualche secchio appeso alle pareti era il mezzo più comune per tentare di spegnere
gli incendi all’epoca.
Il 25 marzo del 1911, alle 4:40
del pomeriggio, poco prima della fine della giornata lavorativa, all’ottavo
piano scoppiò un incendio, forse a causa di un mozzicone di sigaretta. La
stoffa e i ritagli che riempivano il pavimento presero subito fuoco, creando di
lì a poco un vero e proprio inferno. Giuseppe Zito e il proprio collega Gaspare
Mortillaro in quel momento si trovavano al piano terra, accanto agli ascensori,
pronti per andare a prendere gli operai come facevano ogni giorno. Sentirono un
forte rumore di vetri rotti che precipitavano sul tetto degli ascensori e delle
grida di terrore. Allora capirono che era successo qualcosa di molto grave.
Azionarono gli ascensori per portarsi fino ai piani superiori, dove c’era la
fabbrica. Qui si trovarono di fronte a fiamme, fumo e ragazze terrorizzate che
per farsi spazio ed entrare negli ascensori si facevano largo con le loro
grosse cesoie. Zito venne ripetutamente ferito da quelle forbici.
Fece molti viaggi per
cercare di portare in salvo più operai possibile, ma dovette fermarsi quando
alcune ragazze, prese dalla morsa delle fiamme iniziarono a gettarsi nel vano
vuoto dell’ascensore schiantandosi sul tetto dell’ascensore stesso. Zito rimase
sconvolto da quei rumori, anche perché alzando lo sguardo in alto vide queste
ragazze in fiamme che cadevano giù come tante fiaccole.
I morti di quella tragedia
furono 146. Molte donne si gettarono dalle finestre. Le due strade intorno alla
fabbrica si riempirono di cadaveri.
La notizia dell’incendio si
sparse in meno di un’ora in tutta New York.
Giuseppe Zito venne decorato
con medaglie al valore per aver salvato la vita di tante operaie.
E’ morto il 22 ottobre del
1932, dopo aver lavorato per un periodo alla Erie Railroad, situata a Mantua,
nell’Ohio.
L'artista newyorkese Annie
Lanzillotto gli ha dedicato una canzone intitolata “Ballad for Joe Zito”.
Ogni anno a New York, il 25
marzo, viene celebrata una commemorazione della tragedia alla quale partecipano
centinaia di persone.
Giuseppe Zito in America è
tuttora ricordato come l'eroe che salvò tante vite durante l'incendio della
Triangle.